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First published in 2001
La prima edizione di La preghiera chassidica nella sua edizione originale risale a più di venti anni fa. Visto che da allora sono state pubblicate parecchie opere importanti su tematiche attinenti all’argomento dellibro, accennero alla luce ulteriore che esse gettano sulla materia e, al tempo stesso, cogliero l’occasione per rivedere alcune mie osservazioni precedenti su diversi argomenti.
Bittul Ha-yesh
In questo libro l’ideale chassidico del bittul ha-yesh viene chiamato “nullificazione del sé” o “nullificazione dell’identità separata”. Credo ora che “nullificazione dell’egocentrismo” sarebbe una traduzione migliore. Il significato è che il chassid, assorto nella contemplazione del divino, specialmente nella preghiera, mira a trascendere il suo ego forte.
Sebbene nel testo abbia citato più di una volta l’autobiografia di Solomon Maimon, non ho detto che Maimon tratta di questa dottrina considerandola chiaramente un tratto distintivo del chassidismo primitivo. Egli scrive:
“Il vero servizio a Dio, secondo loro [i chassidim], consiste in esercizi di devozione con l’impiego di tutte le nostre facoltà, e nella nullificazione di sé dinanzi a Dio; giacché essi asseriscono che l’uomo, in armonia con il suo destino, puo raggiungere la più alta perfezione solo quando considera se stesso non come un essere che esiste e opera perse stesso, ma come un organo della divinità”.
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